Statira (Zeno e Pariati), Venezia, Rossetti, 1705

 STATIRA
 
    Drama per musica da rappresentarsi nel teatro Tron di San Cassano il carnovale dell’anno MDCCV, dedicato alla alla nobilissima eccellenza di donna Giovanna Caraccioli, principessa di Santobuono, eccetera.
    In Venezia, MDCCV, appresso Marino Rossetti, in Merceria all’insegna della Pace, con licenza de’ superiori e privilegio.
 
 Eccellenza,
    uscendo alla pubblica vista, il presente nostro drama ci addimanda che almeno rimanga felicitata la sua comparsa con alcun fregio che ne asconda le imperfezioni ed impegni la censura a diventare compatimento. Stando noi in questo pensiero, ci vien suggerito dal nostro comune ossequio il nome di vostra eccellenza; ed essendo questo per tanti capi incomparabile, e’ ci pare l’unico mezzo per conseguire il fine desiderato, essendo cosa certa che, rapita la mente di ognuno dall’ammirazione dovuta alle vostre onorate prerogative, o crederà che il libro sia degno di lode, perché da voi favorito lo vede, o in grazia del vostro patrocinio ci assolverà da quel biasimo che meritano i suoi difetti. Per singolar ventura di quest’ingegnoso interesse, sappiamo che, fra le altre cospicue doti che adornano l’eccellenza vostra, risplende in particolare una magnanima benignità, la quale può considerare come voto di umilissima speranza ciò che presso all’altre sarebbe giustamente stimato per un atto di temerario ardimento. E per verità, tralasciando le ragioni della vostra grandezza ed i fasti antichissimi del vostro chiarissimo sangue, non è che una presunzione il consacrare un componimento a voi che, con tanto decoro del vostro sesso e con tanta invidia del nostro, non solo possedete le scienze e l’arti più nobili ma col possesso vantate pur anche l’autorità di darne sicuro giudicio sovra l’altrui talento. Voi, madama, oltre l’esser lo stupore e la pompa della vostra patria, giugneste ad esser la maraviglia del mondo erudito, qualificando le più fiorite accademie, e specialmente quella degli Arcadi, nella quale si propongono, come norme ed esemplari all’ingegno degli altri, i parti del vostro e dove, per avervi compagna sotto il nome di Nosside Ecalia, tanti letterati di primo grido hanno il loro principale ornamento. Questi sono gli argomenti che potrieno spaventare la nostra intrapresa, se non ci fosse noto che uguale al sapere avete il zelo di promuover le belle lettere; onde, quando appunto vi confessiamo che non vi è proporzione tra la debolezza di questa nostra offerta e la forza sublime del vostro spirito, supplichiamo l’eccellenza vostra a voler accoglierla cortesemente, affinché da un così gran beneficio, qual è quello del vostro gradimento, conosca il mondo che per nostro vantaggio abbiamo saputo ben consacrar questo drama, se per nostra confusione non abbiamo saputo ben comporlo. Degnatevi, così vi supplica il nostro rispetto, che unita a tale speranza ne sia lecito di umiliarvi quella venerazione con la quale in voi si onora da tutti la viva tutela della virtù; e con profonda riverenza ci protestiamo di vostra eccellenza umilissimi, divotissimi ed obbligatissimi servitori.
 
    N.N.
    Venezia, li 2 febbraio 1705
 
 ARGOMENTO
 
    Arsace, il primo della illustre famiglia degli Arsacidi che giugnesse ad esser re nella Persia, pervenne a questa grandezza, portatovi dalla sua virtù vie più che dalla sua nascita: «Vir sicut incertae originis, ita virtutis expertae»; così cel descrisse Giustino, libro XLI, capitolo 4. Da questo drama si ha ch’egli fosse destinato in isposo a Statira, unica erede del regno, da Artaserse, re di Persia e padre di questa principessa, ma che le nozze gliene fossero frastornate e da Barsina, figliuola di Ciro, già re parimente ma crudelissimo di questo impero e però scacciatone da’ suoi sudditi, e da Oronte, re della Scitia, il quale, avendo richiesta in moglie Statira al re Artaserse, per la negativa che gliene fu data, mossegli la guerra ed in una battaglia lo uccise. Questa morte diede motivo ad una guerra civil nella Persia, sostenendovi altri le ragioni di Statira, altri quelle di Barsina per la successione reale, conforme apparirà chiaramente dalla lettura di questo drama. La scena si rappresenta nella città o nelle vicinanze di Tauris, posta a’ confini della Persia e della Scitia.
 
 ATTORI
 
    Nel campo de’ Persiani:
 
 STATIRA figliuola di Artaserse, già re della Persia, destinata sposa ad Arsace
 BARSINA figliuola di Ciro, altro re della Persia, amante in segreto di Arsace
 DARIO general de’ Persiani, amante di Barsina
 ARSACE uno de’ grandi e capitani del regno, amante di Statira
 ORIBASIO uno pur de’ grandi e capitani del regno, amante di Barsina
 
    Nel campo degli Sciti:
 
 ORONTE re di Scitia
 IDRENO principe d’Issedon nella Scitia, sotto nome d’IDASPE
 
 MUTAZIONI
 
    Nell’atto primo: campo persiano; padiglione reale; cortile chiuso a foggia di steccato.
    Nell’atto secondo: gabinetto reale; logge con lume.
    Nell’atto terzo: sotterranea; galleria; salone reale.